LA CASA SENZA FINESTRE- Nadia Hashimi

Buonasera cari lettori,
Come vanno le vostre letture settimanali?
Io ho fatto nuovi acquisti,  ho preso due libri che mi hanno subito incuriosito:

Per saperne di più vi invito a visitare la mia pagina Instagram e Facebook.


Detto questo posso iniziarvi a parlare di un libro che affronta un tema molto importante e che fa molto riflettere il lettore.



TITOLO: La casa senza finestre

AUTORE: Nadia Hashimi

 GENERE: Romanzo 

CASA EDITRICE: Piemme

Nel suo piccolo giardino, Zeba una mattina, trovò il corpo senza vita di suo marito. 
Fu così accusata di omicidio senza le giuste prove e fu imprigionata nella " casa senza finestre" in attesa di sentenza di morte. 
Sarà la Madre che più lotterà per la liberazione della figlia aiutata da un giovane avvocato. 
Nel frattempo Zeba diventa leader all'interno del carcere femminile, grazie alle sue "stragonerie" imparate in tenera età dalla madre e riuscirà così piano piano a superare il dolore per la perdita del marito e per l'allontanamento dai figli. 
Sarà innocente questa giovane donna, madre generosa e moglie innamorata?  

Ho letto il libro sotto il sole di luglio, sdraiata in una sdraio a bordo piscina. Non l'ho subito apprezzato nonostante l'inizio molto movimentato che "dovrebbe" invogliare il lettore a proseguire. Premetto che la colpa di ciò è stata mia, perchè ho fatto lo stupido errore di finire un libro per iniziarne subito un altro senza riuscire bene a schiarirmi le idee.
Dopo un momento di smarrimento e un attimo di confusione perchè non sono riuscita subito ad adattarmi alla scrittura dell'autrice, ho iniziato ad apprezzare il libro pagina dopo pagina. 

 È vero che racconta la storia di Zeba dopo la morte del marito, ma ciò che più mette in risalto è come le donne nel mondo e nella tradizione afgana siano maltrattate, denigrate, ma soprattutto sono vittime di uomini molto deboli e insicuri che sfogano questa debolezza dietro la figura femminile, che diventa così la colpevole di tutto. 

Questo viene messo ben in evidenza durante tutto il racconto grazie al rapporto straordinario che Zeba costruisce con le compagne di prigione, le quali confidano a lei il loro passato.
iI lettore viene scaraventato contro le tragedie che affliggono queste povere donne in maniera schietta  e questo diventa spunto di riflessione. 

Più volte mi sono trovata a riflettere sull'immensa differenza tra il nostro mondo e il loro, che nonostante passi il tempo resta ancora così chiuso e arretrato.  La scrittrice racconta di ragazze che non hanno il diritto di parola, che non sono libere di amare, che vengono disonorate e  che per questo non hanno più il diritto di vivere o di essere libere.

Ciò che mi ha colpito di più è stata la capacità dell'autrice di non rendere il libro pesante nonostante il tema affrontato, si legge molto velocemente perchè è scorrevole e pieno di colpi di scena che permettono al lettore di divorare pagina dopo pagina.

Vi lascio con queste mie riflessioni. 
Commentate e fatemi sapere voi cosa ne pensate.
La vostra FedericaChinnici








   




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